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Houston, abbiamo un problema!
In questi giorni faccio fatica a concentrarmi.
Come se qualsiasi cosa fosse più importante di quello che davvero vorrei fare.
Scorro i social, guardo video su YouTube, mi rifugio in giochi come il Sudoku.
Poi arriva la sera, e mi sento stanco. Svuotato.
Ripenso alla giornata e mi chiedo: “Ma cosa ho fatto oggi?”
La risposta è: niente di davvero utile.
Eppure il tempo è volato. Il cervello è sfinito, ma di una stanchezza sterile.
Ho riempito la giornata, certo. Ma di cose né importanti né urgenti.
E questo mi fa sentire in colpa.
Perché c’è una bella differenza tra il decidere di riposarsi e… il voler fare qualcosa, senza riuscirci.
Allora ho provato a capire.
Perché mi distraggo così facilmente? Perché mi sento bloccato e incapace?
La verità è semplice, anche se non facile da accettare: sto procrastinando.
Sono in una fase di cambiamento.
So che ci sono nuove sfide da affrontare, che devo uscire dal guscio.
Ma è faticoso.
In un mondo in cui tutto è veloce, dove siamo abituati ad avere risultati immediati, fallire - o anche solo non riuscire subito - mi fa sentire inadeguato.
Come se non sapessi più fare il mio lavoro.
Non mi do più il tempo di sperimentare, sbagliare, imparare.
Eppure è proprio questo il processo della crescita.
Erroneamente pensiamo che sia un processo lineare, ma è molto più simile ad una montagna russa.
A tratti si sale, anche lentamente.
Poi si scende velocemente.
Stamattina è andata diversamente.
Ho acceso il computer e mi sono imposto di concentrarmi, per soli 20 minuti, senza cedere alle distrazioni.
È andata bene. Ho ottenuto un piccolo risultato.
Niente di straordinario, ma è bastato.
Quella sensazione di soddisfazione, quel piccolo brivido: ce l’ho fatta.
E all’improvviso le distrazioni non avevano più senso.
Volevo un altro risultato.
Volevo finire il progetto a cui sto lavorando.
Oggi voglio dirti che non è vero che non sei capace.
È solo un momento in cui ti stai preparando al cambiamento.
La procrastinazione, a volte, è il segnale che stai per superare un confine.
Non ignorarla, ma non farla diventare una questione di vita o di morte.
Ogni piccolo sforzo ha valore.
Ogni tentativo ha il suo perché.
Ogni piccolo passo, anche quelli traballanti.
È così che si impara.
È così che si cresce.
A venerdì prossimo,
Ivan