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Perché rischi di lavorare solo per mantenere la tua attività
In questi giorni ho parlato con diversi imprenditori della zona e quello che ho notato è che molti di loro non hanno sotto controllo i conti della loro attività.
Ad esempio, uno di loro aveva un fatturato di circa 60.000€ all’anno, ma non sapeva dirmi esattamente quanto gli restava in tasca, quante spese aveva sostenuto, tantomeno quante spese erano per l’attività e quante per la vita personale.
Infatti, avendo un conto unico, specialmente per chi è in regime forfettario, è molto complicato separare le due cose e si rischia di non avere il pieno controllo sulle proprie finanze.
Il regime forfettario ha sicuramente una convenienza intrinseca, in quanto ha una tassazione agevolata al 5% per le nuove attività e al 15% per le attività già consolidate e, al di là dei contributi INPS, si finisce per pagare poche tasse rispetto al regime ordinario o all’essere dipendenti.
Tuttavia c’è un MA.
Per il regime forfettario, a seconda del tipo di attività svolta, vengono considerate automaticamente delle spese in percentuale rispetto al fatturato.
Ad esempio, su un fatturato di 50.000€ per un artigiano lo Stato considera che le spese per l’attività sono 16.500€, cioè il 33% del fatturato.
Se siamo al di sotto di queste spese, buon per noi, ma se siamo al di sopra…beh è come se stessimo lavorando per mantenere l’attività.
Per risolvere questo problema, io traccio le mie entrate e le mie uscite con un’app da circa 5 anni, anche se ho la partita IVA solo da 3 anni.
Questo mi ha permesso innanzitutto di prevedere quanto spendo ogni mese, di capire come queste spese cambiano nel tempo, per che cosa spendo di più e per cosa di meno, ma sopratutto di sapere esattamente quanto spendo per la mia attività.
Può sembrare un’attività impossibile da fare, ma in realtà è molto semplice, specialmente se fatta con un’app che abbiamo sempre a portata di mano.
Già il solo fatto di tenere traccia delle spese aiuta a capire meglio quali sono le categoria di spesa che pesano maggiormente.
Ad esempio, potrei scoprire che esco troppo spesso a cena fuori rispetto a quello che vorrei, perché magari spendo metà delle mie entrate solo in quello.
Di conseguenza, sapendo questa informazione potrei cercare di spendere un po’ meno per i ristoranti e decidere in maniera consapevole di spendere di più per fare quel corso di formazione che volevo fare da tempo o magari per un’attrezzatura migliore che mi permette di guadagnare di più.
Misurare è sempre il primo passo da fare per migliorare.
Perché se non sai dove vanno i tuoi soldi, non puoi decidere dove farli andare.
E tu?
Tracci già le tue spese?
Sai quanto ti resta in tasca ogni mese?
A venerdì,
Ivan